Ascolto.

"Antichissime cosmogonie descrivono la realtà antecedente alla creazione come una "oscurità sonora" nella quale nulla era ancora solido e tutto era vibrazione musicale, e la creazione stessa cone l'atto sonoro originario (il fiat biblico o il magico Om scaturito sall'uovo cosmico di Brahman) come un passaggio graduale a oggetti sempre più solidi e silenziosi.
L'uomo ha conservato in sè la nostalgia di questa musica divina; ha intuito con i Pitagorici che l'armonia nasce da un rapporto numerico, essenza razionale di tutte le cose, dal moto delle sfere celesti alla vibrazione delle corde di uno strumento musicale.
Da "il coraggio di esistere", Pier Antonio Milone

perchè siamo qui...

"...L'uomo perfetto non esiste nella vita, la perfezione è morte. Noi non cerchiamo la perfezione, ma piuttosto l 'equilibrio tra perfezione e imperfezione.
La Terra è un luogo in cui veniamo per fortificare le virtù e superare limiti e impedimenti.
Vi arriviamo per condividere quanto abbiamo, per imparare a essere leali, risoluti e sereni davanti alle prove che la vita ci riserva; per imparare a riconoscere le illusioni e controllare le passioni; per essere tolleranti con gli altri.
Veniamo sulla Terra per realizzare delle opere, per essere caritatevoli, per affontare le paure e i dubbi che corrodono l'anima; per controllare il nostro corpo e la nostra mente di fronte alla sensualità, all'odio malsano, al rozzo materialismo, alla vita inattiva e alla pigrizia. E sopratutto per vincere l'orgoglio, l'intolleranza e la rigidità; per "diluire l'io".
Veniamo sulla Terra per imparare a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo; ma in ogni caso per riuscire a combattere l'ignoranza.
Noi, spiriti incarnati, siamo venuti sulla Terra per coltivare le virtù e superare i limiti".
da "GLI OCCHI DELLO SCIAMANO"
Hernàn Huarache Mamani

Il dito e la luna


Alejandro Jodorowsky
Il dito e la luna
Racconti Zen, haiku, koan

Un antico proverbio orientale dice che quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito. Ma luna e dito appartengono a due dimensioni diverse, a due mondi differenti: è questo il cuore dell'insegnamento del buddismo zen del maestro Ejo Takata che nei tardi anni cinquanta ha fondato in Messico una scuola frequentata, tra i tanti, anche da Erich Fromm. Nel 1961 anche Alejandro Jodorowsky ha seguito le lezioni di Takata e ha annotato nei suoi taccuini gli aneddoti e le storielle che questi raccontava. Nell pagine di questo libro Jodorowsky raccoglie sessanta di quei racconti, li commenta e svela il significato nascosto di ciascuno di essi, apparentemente insensati e così lontani dalla nostra tradizione filosofica basata sulla logica e il ragionamento. Si tratta di hiku e hoan della più classica tradizione zen che sorprendono e invitano il lettore a guardare oltre il dito per ammirare la bellezza della luna.

Una lettura piacevole, che può ispirare a riflessioni che, è vero, possono risultare distanti, rispetto al pensiero occidentale, ma comunque rimangono vere e di ispirazione.
La lettura di questo libro è stata una pausa di riflessione, persino dalla lettura stessa di libri e ricerche. Uno stop a tutto, un momento di silenzio, ricercato dentro e fuori, un time out dalla vita, da quello che credo di essere e/o vorrei essere e quello che sono e non ho ancora scoperto di essere. Un viaggio anche divertente sospeso nella riflessione che ho apprezzato moltissimmo e lo consiglio a chiunque voglia mettere in tavola, nella propria "tavola" alcuni aspetti di se stesso... l'ammissione di questi porta all'accettazione di sè ed a una migliore convivenza con se stessi, per andare avanti, e scoprire, come i veli di una cipolla... la propria identità spirituale.